Il Grifone del Barone

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view post Posted on 26/6/2010, 17:00
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Nomade Figlio del Vento Stellare

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Il Grifone del Barone



Una volta appurato, senza tema di smentite, che il Grifone Nero (o Azzurro-scuro) è il glifo della Casa Harkonnen, ho pensato che sarebbe stato interessante analizzare questa antichissima figura sia dal punto di vista araldico, sia dal punto di vista di parallellismi comportamentali nel mondo animale... ;)


Grifone o Grifo

E' un animale chimerico che viene solitamente rappresentato con busto, collo, testa e ali d'aquila; con la parte posteriore del corpo e la coda di leone; i piedi anteriori con lunghi artigli, i posteriori, leonini e con orecchie aguzze come quelle dei cavalli.
Si dice volante, se è posto orizzontalmente e con le due ali aperte sul dorso, lì grifone.
In araldica, simboleggia la ferocia.


Animale chimerico metà Aquila e metà Leone.
Il capo, il collo, il petto, le ali e le zampe anteriori sono di aquila; ha però gli orecchi di cavallo; il ventre, le zampe posteriori e la coda sono di leone.
Simboleggia la Custodia e la Vigilanza.

Il Grifone fu in gran credito presso gli antichi, e se ne servivano per simbolo di Custodia che lo inalzavano su tutte le cose sacre e profane, sulle are, sepolcri, urne, templi pubblici ed edifizi privati, come animale costituito dai due più vigili e generosi quali sono il leone e l'aquila. Sta a significare anche la Vigilanza delle fortune proprie di quelle del Principe.

Riunendo in sè l'animale più nobile e più forte della terra, con quello che alto spazia nel cielo, simboleggia anche la Perfezione, la Potenza.
Differisce dall'ippogrifo perchè la sua parte posteriore è di leone anzichè di cavallo.
Gli araldisti confondono qualche volta queste due figure chimeriche.


FONTE


Il temibile grifone

Sono molto antiche le rappresentazioni di questa mitica bestia che campeggia sullo stemma del Corpo.

di Massimo Ricciardi

I Grifoni sono formati dal corpo del leone e dalla testa dell' aquila, perché si vuole indicare che è necessario conciliare la saggezza con la forza" (G. A. Bokler, in "L'enciclopedia dei simboli", 243, Garzanti, 1991); essi sono pure definiti il "... simbolo della forza e della vigilanza... l'ostacolo da superare per arrivare al tesoro" (J. Chevalier e A. Gheerbrant, "Dizionario dei simboli", Vol. I, Rizzoli, 1986), ed inoltre può essere anche sottolineato che "..l’associazione del grifone con l'oro gli assicura un posto nell'araldica del ventesimo secolo, come simbolo appropriato per personaggi e società riconducibili alla finanza" (Peter Gwyn-Jones, "The art of Heraldry", Parkgate Book,(Cap. III).

È diffusa la tendenza di identificare ogni animale araldico con il grifone, anche se questo ha caratteristiche molto precise e delineate: infatti, è formato dal corpo, dalle zampe posteriori e dalla coda di un leone, combinate con la testa e con gli artigli di un'aquila, e con quest'ultimi che fungono da zampe anteriori. Ha le ali d'aquila, che non sono mai rappresentate chiuse, ma ha anche le orecchie, unica distinzione tra una testa di grifone e una testa d'aquila quando il resto del corpo non è rappresentato.
Sulla conoscenza di questa "mostruosità ibrida" è fondamentale tener presente il "Bestiario medievale", uno dei pochi libri diffusamente letti nel Medio Evo, basato sul lavoro di un fisiologo il quale, in un momento non ben definito tra il secondo e il quinto secolo dell'età cristiana, scrisse il suo libro delle bestie, in cui erano riportate le opere sia vere che fantastiche di molti autori precedenti.

Il bestiario medievale non tentò affatto di distinguere tra verità e fantasia, ed i suoi lettori accettavano di buon grado che il grifone, l'unicorno o il basilisco fossero reali, alla stregua degli animali da cui erano circondati nella vita quotidiana (F. Maspero e A. Granata, "Bestiario medievale", Ed. Piemme, 1999).

Infatti, come avvenne per altri animali fantastici, le raffigurazioni del grifone risalivano molto addietro nel tempo: si rinvengono testimonianze nell'arte egiziana come in quella indiana e, soprattutto, persiana, come pure nelle tradizioni artistiche sia dei greci che dei romani.

I bestiari medievali affermavano che il grifone aveva la grandezza e la forza di oltre cento cavalli, e che fosse capace di ghermire e portar via un bue con ciascuna zampa artigliata. Esso era anche il guardiano delle miniere d'oro nascoste tra le alte montagne, laddove veniva rappresentato in un velleitario tentativo di impaurire i cavalli del nemico. Le coppe che si credevano ricavate dagli artigli o dalle uova del grifone (quasi certamente fabbricate con corna di antilope e con uova di struzzo) erano altamente apprezzate nelle corti dell’Europa medievale.

E dalla leggenda del volo-ascensione di Alessandro Magno, nel canestro di pelle di bue trainato da due grifoni, sintesi della condizione umana con tutte le sue potenzialità e debolezze, al Sommo Poeta; anche Dante (Purgatorio, XXIX vv.106-108) menziona un carro trionfante a due ruote trainato da un grifone, con il corpo d'oro nella parte d'uccello, bianco e vermiglio in quella di leone: i commentatori sono generalmente concordi nel ritenere che il carro rappresenti la Chiesa e che il grifone simboleggi, per il vario colore delle sue membra, la natura divina e la natura umana, armonicamente fuse, di Cristo.

È tipico dei simboli condensare vari significati ed il grifone non si sottrae a tale tendenza: se si confronta la simbologia propria dell'aquila con quella del leone, si può affermare che il grifone collega la potenza terrena del leone all'energia celeste dell'aquila, inscrivendosi così nella simbologia generale delle forze di salvazione.

Ma al grifone, oltre alla forza e alla fermezza (constans et fortis) sono riferibili umiltà e tranquillità (humilis et quietus) nelle situazioni difficili: costans et lenis, ut res expostulat, esto: Temporibus mores sapiens sine crimine mutat (Sii fermo e mite, come la situazione richiede: chi è saggio, senza colpa muta la sua condotta in rapporto alle circostanze).

Probabilmente, il primo mostro del bestiario ad apparire in araldica (nel 1167 sul sigillo di Riccardo di Redvers, Conte dell'Essex) fu proprio il grifone (the Griffin or Gruphon), da non confondere con il grifone maschio (Male gryphon) che ha un corpo senz'ali, e si caratterizza per remissione di lingue di fuoco. Il motivo per cui questa creatura sia stata conosciuta come grifone maschio rimane un mistero (un indizio sull'origine del grifone maschio va individuato nel sostegno delle armi di St. Leger dipinto nel 1530); ma questa denominazione non implica che l'animale alato sia femmina. Le descrizioni araldiche gli hanno invariabilmente fornito un'anatomia chiaramente mascolina. Una variante del grifone è costituita dal grifone marino, o grifone di mare.

In esso, la parte anteriore della creatura è quella dell'aquila, ma le ali sono a volte omesse: e la parte inferiore dell'animale è quella di pesce, o meglio di una sirena.

Una rappresentazione particolarmente pregevole ed antica del grifone è costituita dal gran sigillo della città di Schweidnitz nella giurisdizione di Breslau, e risale all'anno 1315. L’iscrizione dice "+S universitatis civium de Swidniz". Nella concessione delle insegne alla città nell'anno 1452, il grifone è di rosso su un campo d'argento.

Il grifone si potrà trovare in tutti i tipi di posizione, ed i termini utilizzabili sono gli stessi che si applicherebbero al leone, tranne che nell'ultimo caso della posizione rampante. Il grifone si definisce in tal caso "segreante". Le ali vengono di norma, ma non obbligatoriamente, rappresentate come addorsate e derette. Frequentemente, il grifone si trova con il becco e le zampe anteriori di colore diverso dal corpo, ed in questo caso si definisce "armato".

Dal 1949, un grifone compare anche sullo stemma araldico della Guardia di Finanza: con apposito decreto del 18 giugno del 1949 il Presidente della Repubblica concesse al Corpo di rappresentarvi un "(...) grifone d'argento accasciato sulle zampe posteriori e poggiante la zampa anteriore destra su un forziere (...)".

FONTE: Guardia di Finanza
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Grifone
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Genere: Gyps
Specie: fulvus
Sottospecie presente in Italia: fulvus

Nomi in altre lingue: Griffon Vulture (EN), Vauture fauve (FR), Buitre Leonado (ES), Gansegeier (DE)

Vita media: 25-30 anni, età massima riscontrata: 37 anni
Età prima riproduzione: 5-6 anni
Lunghezza: 95-110 cm
Apertura alare: 240-280 cm
Peso: 6-11 Kg

Il Grifone è uno tra i più grandi e maestosi volatori europei. E' un enorme avvoltoio, che si ciba esclusivamente di carcasse. Proprio per questo motivo ha sviluppato la caratteristica testa calva che gli consente di nutrirsi, scavando nei resti di grossi animali con facilità e senza "sporcarsi" eccessivamente.
Anche gli artigli sono estremamente ridotti e inadatti alla cattura di prede vive.
I Grifoni, così come gli altri avvoltoi, hanno un ruolo ecologico peculiare: sono gli "spazzini della natura"; eliminano, infatti, in maniera efficace le carcasse di animali morti (per cause naturali e/o dovute all'uomo) che altrimenti causerebbero problemi di carattere sanitario.

Nel recente immaginario occidentale gli avvoltoi sono spesso associati a sventure, cattivi presagi, misteriose e occulte forze da cui rifuggire, pertanto, proprio negli ultimi secoli, e in modo particolare intorno alla metà del 1900 la loro sistematica persecuzione li ha portati quasi ovunque, in Europa, sull'orlo dell'estinzione.
Presso altri popoli e culture, per fortuna, la considerazione per questi splendidi animali è ben diversa e soprattutto diversa è la consapevolezza della loro "utilità" per la natura. Ad esempio nell'antico Egitto il Capovaccaio, splendido avvoltoio bianco e nero nidificante ormai con meno di dieci coppie in Italia, era associato ad una divinità mentre il Grifone era l'emblema, insieme al Cobra, del Faraone. Nella Bibbia il Grifone è spesso citato come simbolo di maestà e potenza mentre in India la religione dei Parsi affida addirittura agli avvoltoi il sacro compito di consumare le salme dei propri defunti.

In Europa sono presenti 4 specie di avvoltoi:

Grifone
Capovaccaio
Gipeto
Avvoltoio monaco

Di queste, solo il Capovaccaio è migratore, svernando regolarmente in Africa, mentre gli altri sono essenzialmente stanziali con forti erratismi soprattutto degli individui giovani.

Il Grifone, abitualmente, nidifica in colonie situate su grandi pareti rocciose. Le altre tre specie di avvoltoi, invece, sono tendenzialmente solitarie e l'Avvoltoio monaco nidifica su alberi. Il Grifone è distribuito nella fascia mediterranea, dalla Spagna, vera roccaforte della specie con oltre 17.000 coppie nidificanti alla Turchia e più in là fino all'Asia centrale. In Italia la specie si è estinta ovunque tranne in Sardegna, dove sopravvive una popolazione che attualmente è di una quindicina di coppie. Da pochi anni, il Grifone è stato reintrodotto nel nostro Paese in alcune aree ritenute idonee,come a Forgaria in Friuli e nel territorio del Parco Regionale del Velino-Sirente in Abruzzo.

FONTE
 
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